martedì 8 agosto 2006

Degli autogrill calabresi e di altre storie

...ovvero, "I nuovi emigrati si spostano in autobus"

Eccomi di nuovo in Sicilia; ormai dovrebbe essermi familiare il viaggio, lo stravolgimento di orizzonti nel giro di pochi giorni, e invece…
Ad accogliermi un caldo boia, nonostante fossero ormai le 21.45 all’arrivo; mi ci dovro’ riabituare…

Ma torniamo indietro, alla partenza il giorno prima, il 28 luglio alle 23.30 da casa, e poi l’autobus che doveva arrivare a mezzanotte e mezza ha gia’ un’ora di ritardo: di solito prendo quello che parte da Roma, ma questo che ho preso direttamente a Siena e’ partito da Milano alle 18.00 del pomeriggio, passando poi per Bologna, Parma, Piacenza, Firenze e molte altre tappe intermedie. Tutto pieno, cerchi faticosamente posto, disturbando quelli che si erano gia’ appropriati di due posti vicini.
Un po’ si sonnecchia, un po’ si chiacchiera… mi ha sempre affascinato incrociare la tua storia e i tuoi racconti con le storie e i racconti degli altri: c’e’ chi lavora, chi studia fuori, famiglie originarie della Sicilia che scendono per le vacanze, pochissimi quelli che non hanno un accento siciliano. Ci sono persino alcuni bambini, due con meno di due anni, un cagnolino in una gabbia, alcuni anziani.
I nuovi emigrati si spostano in autobus: i lavoratori, che spesso hanno la speranza di tornare giu’, magari chiedendo trasferimento; gli studenti, che invece spesso hanno la speranza di rimanere su, tanto “che ci torno a fare nel mio paese, non c’e’ lavoro per i giovani”.
A volte ci sono pure dei rumeni o dei polacchi, la nuova manovalanza che arriva dall’Europa comunitaria dell’Est, piu’ facile da portare in Italia. Vengono nell’Italia del Sud a fare i lavori precari e malpagati che noi sfuggiamo: gli assistenti per anziani a domicilio, le colf. A volte hanno gia’ fatto in bus la prima parte del viaggio dal loro paese, e adesso gliene tocca ancora un grosso pezzo. Spesso maleodoranti (razzismo? ma no, sfido chiunque a viaggiare tre giorni in bus e a non puzzare), ma con una pazienza infinita: gli italiani che smaniano, si rigirano, guardano l’orologio, e loro li’ tranquilli e rassegnati.

E i turisti? Non ce ne sono di turisti? Ma no, quelli di solito si spostano in treno o in aereo, al massimo c’e’ qualcuno di origini siciliane che va a trovare i parenti, se si possono definire turisti questi...

Per far passare prima il tempo di solito gli autisti mettono uno o due film, sempre di raffinata qualita’: Pearl Harbour, Natale in India, Troy, ecc.

La notte e’ l’ideale per ascoltare la musica, magari tentando di addormentarsi, (in quest’ultimo viaggio mi hanno fatto compagnia i Red Hot Chili Peppers e un live di Fiorella Mannoia): guardare dal finestrino i presepi di case, fabbriche, strade lungo i bordi dell’autostrada, in un’atmosfera sospesa che a volte ti fa perdere il contatto con il tuo corpo.

Gli autogrill: ormai conosco tutte le tattiche (meglio passare prima in bagno o al bar? Da dove si tirera’ lo sciacquone e come si aprira’ l’acqua?) per risparmiare tempo, vista la ventina di minuti per cui ci si puo’ fermare e gli altri passeggeri del bus che contribuiscono a ingrossare le file.

Come detto qui, gli autogrill calabresi e campani sono un’altra cose rispetto a quelli da Roma in su...

La Salerno-Reggio Calabria: se qualcuno ancora mi parla di ponte prima di averla sistemata, giuro che lo costringo a farla avanti e indietro per 50 volte nell’orario di punta e poi vediamo se cambia priorita’…

L’arancino sul traghetto Villa San Giovanni-Messina e’ una tappa obbligata, ed e’ la prima cosa che ti riavvicina a gusti e odori familiari..

C’e’ chi quando si sbarca a Messina e si risale sul bus dice: "siamo arrivati", ma e’ solo un’illusione, abbiamo ancora dalle 3 alle 6 ore, a seconda della fermata (io 5 e mezzo, grazie)…

E fra una settimana o un mese o molto piu’, lo stesso viaggio al contrario ci attende…



Ormai e' piu' di una settimana che sono qui in Sicilia. Quello che avete letto l'ho scritto quasi tutto di getto subito dopo l'arrivo. Fa meno caldo dei giorni scorsi, ma quello che non e' cambiato e che non cambia e' la situazione che porta ancora oggi moltissimi siciliani ad emigrare. Parlo con amici e molti, moltissimi, ormai lavorano fuori; chi rimane qui spesso si accontenta di salari da fame (200,300 euro mensili). Mi hanno detto che una ragazza che conosco ha denunciato il suo datore di lavoro perche' dopo tanti anni di 300 euro al mese in nero, lui le aveva proposto di metterla in regola, ma dandole solo 200 euro; adesso sono in causa, ma lei non riesce a trovare piu' nessun lavoro perche' si e' fatta la fama di una che denuncia.
L'economia del mio paese si regge sulle pensioni e sugli impiegati pubblici. Di miei coetanei ne rimangono pochi.

martedì 1 agosto 2006

Insomma, questo post su Arezzowave?

Come gia’ confessato, ho un’insana passione per la musica italiana, che mi fa preferire una schifezza nazionale, piuttosto che una straniera (meglio Tiziano Ferro e Cesare Cremonini che Britney Spears e Cristina Aguilera, per capirci). In fondo nella melodia italiana mi ci sento un po’ a casa e almeno si capisce perfettamente quando i testi sono inutili, al contrario di quelli delle canzoni in inglese che a volte ingannano.
La mia passione per la musica nazionale si estende soprattutto nell’ambito indie & underground, da dove spesso vengono fuori gruppi e cantanti interessanti, ma sottovalutati solo perche' italiani.

Vi chiederete che c’entra tutto cio’ con Arezzowave… ebbene, la serata che ho scelto di vedere e’ stata quella di giovedi’ 13 luglio, con un cartellone tutto italiano: Water in Face, Baustelle, Verdena, Mau Mau, Africa Unite, Daniele Silvestri. E mi dispiace anche di non essere potuta tornare domenica pomeriggio per Marta sui Tubi e Marco Bellotti, due realta’ promettenti di cui avevo gia’ parlato qui e qui.

Ma torniamo alla musica di quella serata di meta’ luglio. Arrivo troppo tardi per i Water in Face,
baustelle@arezzowaveche non conosco, (uno dei gruppi venuti fuori dalle selezioni regionali dell'Emilia Romagna) e appena in tempo per il concerto dei Baustelle. Il loro cd non mi ha fatto impazzire, infatti non l’ho ascoltato piu’ di tanto, ma dal vivo sono convincenti, con le splendide voci di Francesco e Rachele, che immaginavo piu’ tenui di quanto siano realmente, e arrangiamenti piu’ rock del previsto. Insomma, li credevo piu’ intimisti, e invece non sfigurano per niente in un festival rock. Unica pecca, il tipico ritmo di batteria che usano in molte canzoni che rende il ritmo un po' uniforme, per il resto proprio un bel set. Peccato non abbiano fatto “Arriva lo ye’ ye’”, che me li fece conoscere e che e’ tuttora la canzone che preferisco.

Durante i Verdena con la mia amica ci distraiamo un attimo, stiamo aspettando altri amici, cerchiamo di comunicargli la nostra posizione tramite sms, si fa anche la pausa bagno e un po’ di chiacchiere, quindi non posso dire di avere ascoltato questo set per bene. Da quello che ho sentito pero’ mi hanno deluso; conosco benissimo il primo cd, benino il secondo, per niente il resto della loro produzione; stranamente non mi sembra di avere riconosciuto nessun pezzo, e quello che e’ arrivato al mio orecchio sono state solo chitarre a palla e cupezza in abbondanza, senza nessuno scossone particolare. Mah…

Gli amici che aspettavamo ci raggiungono appena in tempo per l’inizio del set dei Mau Mau, e dopo esserci riforniti di birre e panini con salsiccia (il fumo & il profumo avevano invaso le gradinate a sinistra del palco) ci avviciniamo il piu’ possibile.
mau mau@arezzowaveCome detto qui, l’ultimo cd di quello che e’ uno dei miei gruppi preferiti mi aveva lasciato un po’ perplessa, e nemmeno gli ascolti successivi mi hanno fatto cambiare idea. Il live pero’ e’ stato eccezionale. Oltre alla solita banda (Morino, Barovero, N’Songan, ecc.) sul palco un gruppo di brasiliani che suonano le percussioni, fanno i cori, e un certo punto si esibiscono anche in alcuni passi di capoeira (bellissima!). Parte il primo pezzo e subito inizia l’ondeggiamento di buona parte del pubblico, che presto di trasforma in ballo. Dell’ultimo cd suonano soltanto "Dea", "Il treno del sole", "Qualcuno verra' da te", che risultano piu’ convincenti che su disco. Le atmosfere, complici lemau mau@arezzowave percussioni brasiliane, ricordano quelle del cd "Eldorado", da cui suonano anche un paio di pezzi. mau mau@arezzowaveNon mancano nemmeno brani storici, come  "Mostafaj", "Razza predona "(con frecciatine ironiche alla Bossi-Fini), "La ola" (dedicata alla recente vittoria del Mondiale).    
Finisce il set dei Mau Mau, e nel mio gruppo siamo tutti gasatissimi, anche chi non li conosceva per niente. Aspettiamo con ansia gli Africa Unite, convinti che la goduria non potra’ che crescere. E invece…

Invece gli Africa Unite suonano molto bene, ma piu’ elettronici e un po’ piu’ cupi di quando li avevo visto qualche anno prima, piu’ raffinati ma meno festaioli. Inoltre mi danno nuovamente l’impressione di essere un po’ snob (o alternativi a tutti i costi, che in fondo e’ lo stesso): gia’ nell’apertura in cui Bunna lancia l’accusa ai mondiali e al calcio di essere come l’oppio del popolo (non erano queste le parole esatte, ma il concetto si’)… Boh, qui abbiamo tutti esultato insieme a La ola dei Mau Mau, perche’ rovinarci la festa? E poi sono bravi, sono molto bravi, ma non sembrano lasciarsi andare completamente ne’ riuscire a coinvolgere piu’ di tanto: forse il set di 45 minuti e’ troppo poco per loro, e comunque a paragone con la festa dei Mau Mau il ritmo e’ calato e si sente.

silvestri@arezzowaveAspettiamo un po’ rassegnati Daniele Silvestri, e invece si rivela la sorpresa positiva della serata: pezzi ironici, pezzi emozionanti e seri (soprattutto alcuni che non conoscevo e che credo siano tratti dall’ultimo cd), pezzi da coro da stadio, pezzi che sembrano punk-funk, e comunque quasi tutti riarrangiati rispetto alle versioni che conoscevo dai cd. Silvestri e’ un grande musicista e un grande intrattenitore, dedica persino una canzone d’amore che dice “vieni a Parigi” a Zidane! Per fortuna non fa “Kunta Kinte” che mi sta profondamente antipatica, e conclude con un’inno come “Cohiba”, cantato a squarciagola da tutto lo stadio. Credo che continuero’ a non ascoltare i suoi cd, che sono troppo discontinui e vari per rientrare nel tipo di cd che mi piace, ma massimo rispetto per lui e sicuramente grande concerto ad Arezzo.

Raccogliamo armi e bagagli e ci trasciniamo verso le macchine….

[Le immagini della serata sono tratte dal sito www.arezzowave.com, cliccateci per vederne altre. Altre recensioni dell'Arezzowave le trovate qui e qui.]

Altra serata all'italiana domenica 23 luglio, concerto di Max Gazze’ e La Camera Migliore a Chiusi, alla festa dell’Umidita’ (pardon, dell’Unita’). E' il secondo concerto di Gazze' che vedo, e anche questa volta mi colpisce perche’ non ha la scintilla (vedi post precedente): bravo, ma se a coinvolgere il pubblico ci riesci solo a partire dalla cover di "Cuccurucucu Paloma" di Battiato, vuol dire che qualche problema c’e’..
Non era neanche la situazione ideale: concerto gratis, molti adulti e pochi giovani, pochi veramente interessati e molti curiosi, pero’ ugualmente Max Gazze’ lo vedo piu’ intento a fare il suo compitino che altro. Insomma, credo che continuero’ ad amarlo su cd ed evitarlo dal vivo.
Interessanti invece La Camera Migliore, che conoscevo solo di nome: suonano molto bene durante i pezzi di Gazze', la cantante ha una bella voce, appena posso cerchero' di ascoltarmi il loro cd.

autogrill montepulcianoAl ritorno tappa per un caffe’ all’Autogrill di Montepulciano (cittadina che, come ci svela l’indigeno del gruppo, ha l’autogrill, ma non l’ingresso in autostrada, e si entra a sgamo dall’ingresso per i dipendenti). Mi ha fatto impressione trovarmi sul ponte che “cavalca" entrambe le corsie, e guardare giu’ dalla vetrata le macchine che passavano… di solito mi capita di fermarmi negli autogrill calabresi che sono un po’ meno chic e affascinanti (ma questa e’ un’altra storia e un'altro viaggio)…

P.s. Guardate un po' cosa ho scoperto sull'entrata a sgamo negli autogrill...