mercoledì 14 maggio 2008

La musica della citta' vivente

Nello scorso post vi ho rimandato all’articolo di wikipedia sul genere dubstep, di cui Benga e’ uno dei principali esponenti. Il dubstep e’ un’incrocio fra breakbeat (Artful Dodgers, Craig David) e dub (la versione rallentata e piena di echi del reggae), ma come tutti i generi musicali e’ difficile da definire a parole, e soprattutto non rende in pieno il suo senso.
Provate ad ascoltare dei brani di Benga, Burial (il nuovo disco "Untrue" e' un capolavoro), Skream e sentirete rumori industriali, macchine e meccanismi che martellano, sbuffi di vapore, come se fosse la colonna sonora perfetta per un racconto di fantascienza steampunk, come se il futuro fosse fatto di un ritorno alla prima rivoluzione industriale.
Il dubstep viene da Londra, ed e’ il suono dell’immagine urbana, della tecnologia che sembrava dovesse diventare nel futuro, oggi fattosi presente, asettica, perfetta, pulita, razionale, e invece rivela i suoi spigoli, le sue imperfezioni, i suoi punti di cancrena, i rumori di meccanismi arrugginiti che faticosamente dettano il ritmo dei pezzi dubstep.
E’ anche il cuore di quella Londra che ha dagli anni ‘90 in poi tirato fuori le cose piu’ innovative dal punto di vista sonoro: la vera rivoluzione, la jungle, che nella sua versione originaria aveva la stessa ruvidezza del dubstep, senza quello smussare gli spigoli che e’ poi diventato il drum’n’bass; il breakbeat, l’elettronica garage e gli incroci con l’hip hop. E adesso il dubstep...
--
Il titolo di questo post e' anche il titolo di un romanzo di fantascienza di John Shirley.
--
Finalmente qualcosa si muove per quanto riguarda le mie serate da dj...vi aspetto sabato 17 al Cambio, qui a Siena. E se vi serve un dj per feste private, locali, aperitivi, scrivetemi una mail...

mercoledì 7 maggio 2008

Strane associazioni mentali

Mentre la mia ricerca di lavoro e di serate da dj prosegue, sto recuperando un po' di cd degli anni passati che per mancanza di tempo avevo ascoltato poco.
Mi e' cosi' venuto in mente che la distanza fra i cd "La fabbrica di plastica" di Gianluca Grignani  e "Il suicidio del samurai" dei Verdena non e' tantissima, cosi' come fra certi pezzi reggae-dub-etnici del nuovo cd di Jovanotti ("Safari") e il nuovo cd di Benga ("Diary of an Afro Warrior").
Magari se trovo un attimo faccio un piccolo mix nei prossimi giorni e ve lo posto per farvi sentire le affinita' e somiglianze fra artisti che invece sembrerebbero cosi' diversi fra loro.

Ps. Non sapete chi e' Benga? che cos'e' il dubstep? date un'occhiata e un'ascoltata qui e qui.