venerdì 6 marzo 2009

Il paese e' reale? ovvero La musica in tv

Qualche anno fa sembrava che la musica in tv non potesse funzionare, tranne il Festivalbar e i video su Mtv, adesso invece gli show televisivi con protagonista la musica sembrano moltiplicarsi.
Solo per citare i piu' seguiti, fra Sanremo, Amici, X Factor, Scalo 76, sembra che la musica abbia conquistato uno spazio consistente nel palinsesto televisivo. Ma e' vera musica o soltanto spettacolo musicale? La musica in tv, e' reale? E' la stessa musica che viene ancora venduta nei negozi di dischi? La stessa musica che fa accorrere il pubblico ai concerti dal vivo?
Ma il discorso e' ancora piu' complesso, bisognerebbe chiedersi se poi la musica venduta nei negozi di dischi e' la musica che e' ascoltata in giro per il paese, la musica per cui ci si mobilita per andare a vedere un concerto. E poi, qualcuno compra ancora i dischi in Italia?

Prendiamo per esempio gli Afterhours; pur essendo attivi musicalmente da quasi 20 anni, vendendo un discreto numero di dischi, facendo concerti su concerti in Italia e all'estero, sono per la maggioranza del paese un gruppo sconosciuto. Allora non e' forse il caso di farsi la domanda inversa, ovvero: e' la musica in tv a non essere vera, reale? o e' il paese che identifica con reale solo quello che compare in tv?

E' normale che mio padre non conosca gli Afterhours, ma quello che mi stupisce di piu' parlandone in giro e' che ci siano miei coetanei che non ne abbiano mai sentito parlare. E' come se il paese fosse spaccato, fra coloro che guardano la tv e coloro che frequentano concerti, teatri, bar. Fra coloro che vivono la realta' e coloro che vivono invece la realta' mediata dei reality.
Probabilmente, anzi, sicuramente, questa e' una divisione troppo semplicistica, troppo banale, non sempre le due parti del paese sono cosi' separate e divise, fra chi guarda Il grande fratello e chi X factor il lunedi', fra chi il sabato segue la Corrida e chi invece esce con gli amici. Ma sicuramente la spaccatura fra chi ascolta gli Afterhours e chi ascolta Gigi d'Alessio c'e'; fra chi conosce solo i cantanti che passano a Sanremo o al Festivalbar e chi magari si informa delle novita' musicali su internet, sulle riviste musicali, ai concerti, col passaparola degli amici (con la a minuscola).

Se trasmissioni come X factor o Scalo 76 (non certo Amici, che di musicale ha soltanto la facciata, perso com'e' fra le infinite discussioni polemiche dei protagonisti) possono far tornare l'interesse sulla musica vera, per quanto magari solo nei suoi risvolti pop, ben vengano. Sicuramente il fatto che dalla scorsa edizione di X factor sia uscita Giusy Ferreri, una cantante estremamente pop, ma con una vocalita' interessante e soprattutto capace di sfondare la programmazione radiofonica, e' sicuramente positivo; non altrettanto potrei dire del successo di Marco Carta, che io metterei nella categoria "cantanti di plastica", ovvero cantanti senza personalita' attorno a cui viene costruito un carrozzone mediatico-promozionale, categoria in cui inserisco anche artisti internazionali come Britney Spears.

Sanremo e' come sempre un caso a parte. Nonostante organizzatori e discografici si sforzino di propinarci sempre la stessa solfa lagnosa sanremese, per chi riesce a distaccarsi dall'ovvio rappresenta comunque un ottimo palcoscenico, come e' stato per Arisa quest'anno, per gli Afterhours che hanno proposto la loro musica senza stravolgerla appositamente, per i Negramaro qualche anno fa (che con un pezzo rock svegliarono l'insonnolita platea verso l'1 di notte, venendo subito eliminati ma passando immediatamente in alta rotazione radiofonica), per i Subsonica, per Elio e le Storie Tese, e per molti molti altri. Casomai bisogna essere un po' masochisti per sorbirsi tutti i cantanti, ripagati pero' dal fatto di scoprire qualche piccolo gioiellino, come Patrizia Laquidara, gia' citata da me su questo blog per la canzone Noite e Luar, presente nella colonna sonora del film Manuale d'Amore.